domenica 17 maggio 2020

Quella mattina del 4 marzo 2020

Ricordo nitidamente quella mattina del 4 marzo 2020, quando suonò la campana e terminò quello che non sapevamo sarebbe stato l’ultimo giorno di lezioni in presenza dell’anno scolastico.
L’atmosfera era già carica di tensione e preoccupazione e tutti noi eravamo continuamente collegati ai nostri dispositivi in attesa di notizie.
Mi recai nell’androne della scuola mentre già cominciavano ad uscire i primi alunni accompagnati dai loro insegnanti. I ragazzi mi salutavano, allegri come sempre, mentre noi adulti incrociavamo i nostri sguardi condividendo una crescente e comune inquietudine.

“Novità, preside?”
“Non ancora, ma forse oggi pomeriggio sarà disposta la chiusura”.
“Arrivederci, speriamo bene!”
Ci salutavamo, ignorando che non saremmo stati più così vicini durante tutto l’anno scolastico.
Nei tre plessi i cancelli si chiusero e tutti andammo via, lasciando dentro la scuola un pezzo del nostro cuore.
L’indomani mattina tornammo in pochi e in una scuola ormai vuota e silenziosa cominciammo a ragionare sul da farsi. Pur nello smarrimento incredulo da cui eravamo travolti, fu subito chiaro che ci trovavamo di fronte ad una nuova sfida: dovevamo restare uniti, sia pure a distanza, dovevamo sperimentare nuovi modi per continuare a seguire i nostri alunni, la scuola non si doveva fermare!
Accettammo la sfida e cominciammo a scrivere così una nuova pagina della storia della nostra scuola, in cui ognuno di noi doveva fare la sua parte con le proprie energie, la propria mente e il proprio cuore.
La scuola non si fermò.
Iniziò la didattica a distanza, un’esperienza inizialmente difficile da concepire: poteva forse esistere una didattica senza poter guardare dritto negli occhi gli alunni e leggere negli sguardi le loro emozioni, senza i sorrisi e gli abbracci, senza la confusione e gli schiamazzi, senza le risate e i litigi, senza la normalità della quotidianità, senza poter prendere per mano i nostri allievi per condurli nel loro percorso di crescita?
Ci mettemmo, comunque, tutti al lavoro, comprendendo che dovevamo reinventarci e riorganizzarci giorno per giorno.
Ci abituammo a comunicare attraverso uno schermo e ad apprezzare i sorrisi che riuscivamo ad intravedere attraverso la webcam all’interno di un quadrato di Google Meet.
Un lenzuolo con i colori dell’arcobaleno fu appeso dai genitori alla cancellata della scuola.
Imparammo a sentirci vicini, anche se ognuno restava nella propria casa.
Continuammo a cercare di rimanere in contatto con tutti gli alunni, in ogni modo e con qualunque strumento, senza arrenderci e con la ferma volontà di non perderne neanche uno.
La pagina Facebook fu inondata di foto e di video che rendevano visibile la straordinaria bellezza di un cammino proseguito insieme.
Ogni giorno gli alunni a casa suonavano un brano di musica. Nacquero pure i blog per esprimere pensieri e condividere riflessioni.
Riscoprimmo uno struggente desiderio di normalità che ci fece riflettere su quanto sia bella la nostra scuola e su quanto ci piaccia lavorare fianco a fianco.
E così la magia della nostra comunità trasformò la distanza in vicinanza, rendendoci ancora una volta consapevoli che nulla è impossibile e che anche le difficoltà possono diventare opportunità di crescita se si resta uniti.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa magia.

Mariangela Ajello

2 commenti:

  1. Quest'anno è stato il mio battesimo nel mondo della scuola e voi avete incrociato la mia strada dando vita ad un'esperienza altamente significativa; sebbene la criticità della pandemia abbia messo in discussione la professionalità di tutti i soggetti implicati nel processo formativo ed educativo ho avuto modo di constatare il vostro grande valore nell'affrontare l'emergenza. Ho apprezzato l'intraprendenza, la disponibilità, la cooperazione e ho visto con quanta energia vi siete adoperati per far si che tutto funzionasse al meglio nell'affrontare qualcosa che mai ci saremmo sognati di vivere. Alle colleghe del plesso Costa e del plesso Gioberti con le loro responsabili, alla Dirigente, al personale ATA e soprattutto ai bambini voglio dire grazie, grazie per avermi accolta e per avermi dimostrato il vostro apprezzamento. L'unicità degli ultimi mesi ha fatto sì che questa esperienza, formativa da tutti i punti di vista, sia diventata per me patrimonio indispensabile per vivermi come docente.
    Loredana Corona

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  2. Noi docenti del Plesso "G. Costa", abbiamo avuto il piacere, in un momento difficile per tutti e, di conseguenza, anche per il mondo della scuola, cimentarci nella pratica dell'espressione musicale con la canzone dal titolo: " Incredibile ma vero", per comunicare, attraverso il "fare coro", tutto ciò che si è interiorizzato, in questi difficili mesi, all'interno della nostra sfera emotiva: paure, speranze, fragilità, forza, ricordi, nostalgie, errori, correzioni, insegnamenti, valutazioni, sogni...Cantare in coro, in un tale contesto storico, ha rappresentato un'occasione unica e irripetibile, perchè ci ha permesso di sviluppare i valori dello "stare insieme" anche se a distanza, nel rispetto reciproco dell'ascolto del sè e dell'altro e "dell'appartenenza" alla nostra istituzione scolastica di cui andiamo fieri.

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